Parata storica rievocante la liberazione di Tropea del 1615, lunedì 23 Agosto a partire dalla ore 17.00 lungo il centro storico di Tropea. Storia della vendita e della vittoria legale a discapito del principe Vincenzo Ruffo che sancì la perpetua autonomia della città di Tropea per la sua rinomata: antichità, bellezza e nobiltà Nel 1612 il viceré di Napoli, conte di Lemos, vendette Tropea e tutto il suo territorio al Principe Vincenzo Ruffo per 191 041 ducati. Tropea, dopo secoli di autonomia politica ed economica diventava feudo della famiglia Ruffo. La tradizione vuole che le donne del popolo offrirono i loro gioielli e fedi nuziali per riscattare la loro città. Nel contempo, fu inviato alla Corte di Spagna l’esperto giurista Luigi Lauro, per perorare la causa dell’inammissibilità dell’atto di vendita ad opera del viceré, da quest’ultimo fu inviato un altro giurista, Ferdinando d’Aquino. Il 13 novembre 1613 il Supremo Consiglio d’Italia emise la prima favorevole sentenza: l’atto era stato stipulato senza il consenso del re di Spagna. Per l’occasione fu consacrata la statua marmorea della Madonna della Libertà come ex voto, ancora oggi presente nella navata sinistra della Cattedrale. Dopo alcuni ricorsi del Ruffo, il 23 agosto 1615 si ebbe da Valladolid il Reale Rescritto; Filippo III dichiarò Tropea e il suo territorio invendibile. I motivi furono che Tropea data la sua secolare fedeltà alla Corona di Spagna, doveva restare libera per la sua: Antichità, Bellezza e Nobiltà. La leggenda tramanda che tra il Convento dell’Annunziata e la Porta Vaticana, uno stormo di gru compose nel cielo la parola “Libertas”. Quando i tropeani seppero della sentenza favorevole fecero una festa grandiosa per tre giorni e tre notti: carri allegorici con Bacco e le baccanti per sbeffeggiare il Ruffo, cavalieri mascherati andarono in giro per le vie di Tropea, furono appese elegie, epigrammi e altre poesie per celebrare la bellezza della città, le donne del popolo scesero per le strade a suonare e ballare, dai palazzi patrizi furono esposte drappi e damaschi, gli archibugieri spararono a salve dai bastioni e dal castello e ai piedi di esso furono imbandite tavolate traboccanti di pietanze e vino per brindare a Filippo III e alla libertà riottenuta. Ogni anno, in occasione di questo anniversario, l’associazione storico culturale Libertas insieme ad altre associazioni organizza e promuove col Patrocinio del Comune di Tropea una rievocazione storica per celebrare questa importante epopea della storia della città tirrenica.
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